Exhibition | Luigi Crespi
Now on view at the Museo Davia Bargellini in Bologna:
Luigi Crespi: Portraitist in the Age of Pope Lambertini
Museo Davia Bargellini, Bologna, 15 September — 3 December 2017
Curated by Mark Gregory d’Apuzzo and Irene Graziani
The Musei Civici d’Arte Antica dell’Istituzione Bologna Musei, in collaboration with the Department of Arts at the University of Bologna, present Luigi Crespi: Portraitist in the Age of Pope Lambertini, the first exhibition dedicated to the painter and art dealer Luigi Crespi (1708–1779), the son of the famous painter Giuseppe Maria Crespi (1665–1747).
The exhibition is a tribute to this multifaceted figure—among the most interesting of the artistic and literary panorama of eighteenth-century Bologna—in relation to the climate of cultural renewal favored by the enlightened pastoral work of Cardinal Prospero Lambertini, who in 1740 became Pope Benedict XIV. The exhibition presents the most significant core of Crespi’s paintings here, together with other works from the Municipal Art Collections and loans from other important museums and private collectors. The exhibition is organized around seven thematic sections that chart the most important phases of the artist’s career.
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La mostra, a cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Irene Graziani, è la prima dedicata al pittore, molte opere del quale sono esposte presso il Museo Davia Bargellini e le Collezioni Comunali d’Arte. Figura poliedrica fra le più interessanti del panorama artistico e letterario di Bologna durante l’episcopato del cardinale Prospero Lambertini (1731–54), e dunque nel periodo di apertura della città alle istanze di rinnovamento culturale sostenute dal vescovo e poi papa Benedetto XIV (1740–58), Luigi Crespi è protagonista della mostra realizzata grazie alla collaborazione di importanti Istituzioni museali cittadine e collezionisti privati.
Luigi, pur essendo soprattutto celebre come letterato e autore del terzo tomo della Felsina Pittrice, edita nel 1769, ha percorso con successo anche la carriera artistica, intrapresa sotto la guida del padre fra la fine degli anni venti e gli inizi degli anni trenta del Settecento. Un’attività che egli stesso, molti anni più tardi, nella biografia del padre (1769), sosterrà di aver svolto «per divertimento», per significare il privilegio accordato al prestigioso ruolo, assunto a partire dagli anni cinquanta, di scrittore e critico d’arte, che gli frutterà infatti l’aggregazione alle Accademie di Firenze (1770), di Parma (1774) e di Venezia (1776).
La sua produzione figurativa tuttavia, in particolar modo quella rappresentata dal più congeniale genere del ritratto, lo rivela sensibile al dialogo con la scienza moderna e con la libera circolazione delle idee dell’Europa cosmopolita. Nonostante l’impegno applicato anche all’ambito dell’arte sacra, cui Luigi si dedica almeno fino agli inizi degli anni sessanta, è soprattutto nella ritrattistica che raggiunge esiti di grande efficacia, molto apprezzati dalla committenza. «Ebbe un particolare dono di ritrarre le fisionomie degli Uomini, e ne fece una serie di Ritratti di Cavaglieri e Damme», scrive infatti Marcello Oretti (1760–80), celebrandone l’abilità nell’adattare la formula del codice ritrattistico alle esigenze della clientela.
Come dimostrano il Ritratto di giovane dama con il cagnolino, o i tre ritratti dei Principi Argonauti in origine nel collegio gesuitico di San Francesco Saverio, la pittura di Crespi junior, già addestrato dal genitore Giuseppe Maria ad un fare schietto, attento al naturale e al «vero», evolve verso un nitore della visione che risalta i dettagli, in un’analitica investigazione della realtà, memore di certi esempi (Balthasar Denner e Martin van Meytens) osservati durante un viaggio di sette mesi fra Austria e Germania, dove visita le Gallerie delle corti di Dresda e Vienna (1752). Così li commenterà infatti Gian Pietro Zanotti in una nota manoscritta: «Bisogna dire il vero che ora fa ritratti bellissimi, e di ottimo gusto, in un certo stile oltramontano».
Dal confronto con il «grande mondo»—per utilizzare un’espressione di Prospero Lambertini, che fu in stretti rapporti con Giuseppe Maria Crespi e fu in gran parte il responsabile della carriera ecclesiastica del figlio, conferendogli la carica di «segretario generale della visita della città e della diocesi», il canonicato di Santa Maria Maggiore (1748) ed ancora nominandolo suo cappellano segreto—Luigi deriva dunque la conferma della validità del codice del ritratto ufficiale, che gli consente di rappresentare i personaggi, qualificandone i gusti sofisticati, le abitudini raffinate, i comportamenti eleganti e disinvolti da assumere nella vita di società, dove si praticano i rituali di quella “civiltà della conversazione” che nella moderna Europa riunisce aristocratici e intellettuali in un dialogo paritario, dettato dalla condivisione di regole e valori comuni. Ma la prossimità con la cultura lambertiniana lo conduce anche a sperimentare, dapprima ancora con il sostegno del padre, poi autonomamente (Ritratto di fanciulla), nuove tipologie di ritratto, in cui lo sguardo incrocia i volti di individui del ceto borghese: talvolta sono gli oggetti a raccontare con la loro perspicuità di definizione la dignità del lavoro (Ritratto di Antonio Cartolari), altre volte sono invece i gesti caratteristici, l’inquadratura priva di infingimenti (Ritratto di fanciulla), la resa confidenziale del modello, quasi al limite della caricatura (Ritratto di Padre Corsini), a fare emergere il valore umano di quella parte della società, cui papa Lambertini riconosceva un ruolo fondamentale nel rinnovamento.
Irene Graziani and Mark Gregory d’Apuzzo, Luigi Crespi: Ritrattista nell’età di Papa Lambertini (Milan: Silvana, 2017), 144 pages, ISBN: 978 88366 37928, $35.
Call for Papers | Hazardous Objects
Hazardous Objects: Function, Materiality, and Context
Winterthur Museum, Garden, and Library, Wilmington, Delaware, 26–28 April 2018
Proposals due by 10 November 2017
The Center for Material Culture Studies at the University of Delaware invites submissions for papers to be given at the Fifteenth Material Culture Symposium for Emerging Scholars. We invite papers that identify and consider the production and use of hazardous material culture. Whether through composition or intended function, objects are hazardous or may become hazardous. Certain materials, organic or artificial, exist as hazards to humans. Additionally, hazards are often embedded in the material environment and affect our experience of domestic, institutional and public space.
What makes an object hazardous? What cultural, social, and transhistorical processes create hazards? How are materials and material culture used in hazardous ways? In concept and in practice, hazards affect the everyday awareness of danger, risk, or contamination. Alternatively, humans create hazards through the use or subversion of objects and materials. What level of complicity should one assume for their creation or maintenance?
This symposium is not bound by any temporal or geographical limits. Possible topics include, but are not limited to:
• Designing Hazards
• Intentional Hazards
• Accidental Hazards
• Social hazards
• Hazards in historical perspective
• Responding to hazards – defining and regulating hazards, handling hazardous objects.
We invite panel submissions in addition to individual submissions.
Finally, we encourage papers that reflect upon and promote an interdisciplinary
approach to hazards and hazardous material culture. Disciplines represented at past symposia have included American studies, anthropology, archaeology, consumer studies, English, gender studies, history, museum studies, and the histories of art, architecture, design, and technology. We welcome proposals from graduate students, postdoctoral scholars, and those beginning their teaching or professional careers.
Proposals should be no more than 300 words and include the focus of your object-based research and the significance of your project. Relevant images are welcome. Programs and paper abstracts from past symposia are posted here. Send your proposal, with a current CV of no more than two pages, to emerging.scholars@gmail.com.
Proposals must be received by 5pm on Friday, 10 November 2017. Speakers will be notified of the committee’s decision in January 2015. Confirmed speakers will be asked to provide digital images for use in publicity and are required to submit their final papers by 15 March 2018. Travel grants will be available.
2018 Emerging Scholars Co-Chairs
Erica Lome (History of American Civilization)
Kiersten E. Mounce (Art History)
Allison Robinson (Winterthur Program in American Material Culture)
Victoria Sunnergren (Art History)
University of Delaware
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